Grazie ai costanti progressi della ricerca, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è aumentata fino all’87%, ma c’è ancora molto da fare per raggiungere il pieno obiettivo: curare tutte le donne, accompagnarle nella realizzazione dei loro progetti di vita.
Si parla spesso di prevenzione primaria, fondamentale per la gestione dei fattori di rischio modificabili come fumo di sigaretta, alimentazione equilibrata, attività fisica costante. Si parla inoltre della prevenzione secondaria, ovvero lo screening preventivo effettuato con ecografia e mammografia per identificare lesioni precancerose o agli stadi iniziali per trattarlo in modo efficace, riducendo il tasso di mortalità.
Purtroppo si parla meno di prevenzione terziaria, ovvero la prevenzione dalle ricadute/recidive, delle metastasi e la gestione delle problematiche che conseguono gli interventi chirurgici di quadrantectomia e/o mastectomia. Di questo si occupa il fisioterapista specializzato in riabilitazione oncologica.
A seguito di un intervento chirurgico effettuato per il linfonodo sentinella, svuotamento ascellare, quadrantectomia o mastectomia vi possono essere ripercussioni sia muscolo-scheletriche per quanto riguarda il comparto articolare della spalla sia problematiche di linfedema proprio a seguito della recisione parziale o totale dei linfonodi ascellari.
Il linfedema dell’arto superiore rappresenta una delle conseguenze più diffuse dopo un intervento al seno. Si tratta del gonfiore del braccio, dell’avambraccio e/o della mano accompagnato da una sensazione di intorpidimento, pesantezza del braccio, talvolta formicolio.
Cosa può fare per te il fisioterapista?
Una attenta valutazione e gestione della sintomatologia a carico del sistema linfatico e del comparto spalla sono fondamentali per trovare la giusta terapia. Nella valutazione è importante:
- capire lo stato del comparto linfatico e venoso, muscolare e nervoso a seguito dell’intervento chirurgico;
- valutare la qualità della pelle, eventuali cicatrici cheloidee, ustioni in seguito alla radioterapia;
- valutare l’eventuale presenza di espansore e preparazione dei tessuti al nuovo intervento di protesi mammaria.
A seguito di queste valutazioni si può individuare un programma riabilitativo da seguire insieme alla paziente, in modo tale da gestire le problematiche conseguenti il tumore al seno e favorire il reinserimento nella normale vita sociale, lavorativa e familiare favorendo il miglioramento della qualità della vita a seguito di interventi mirati al ripristino delle funzionalità pre-chirurgiche.
Dott.ssa FT Isabella Ricco
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