DSA
Quante volte abbiamo letto o ascoltato questa sigla ma non abbiamo mai colto bene il suo significato.
Si tratta di una malattia? Di un disturbo? Bisogna preoccuparsi? Si guarisce? Come si manifesta? E’ grave?
Queste sono solo alcune delle mille domande che spesso si innescano nella nostra testa nel momento in cui ci viene detto che nostro figlio ha un DSA!
Facciamo, dunque, un po’ di chiarezza!
DSA – Cosa significa?
DSA è l’acronimo di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Con questo acronimo ci si riferisce ad un gruppo eterogeneo di disturbi manifestati da significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica, presumibilmente dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale.
DSA – Cosa sono?
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono riguardare un ambito specifico, come lettura, scrittura o calcolo. Si tratta di disturbi distinti, ognuno con una propria fisionomia. Essi fanno quindi riferimento ad una ben precisa categoria diagnostica dal punto di vista clinico e scientifico, identificata da precisi criteri oggettivi e valutabili. Occorre pertanto distinguere i DSA dalla più generica espressione “difficoltà di apprendimento” che include, più sommariamente, tipologie molto diverse di difficoltà che si possono manifestare nell’ambito scolastico. Per parlare di DSA quindi, è necessaria la “specificità”, cioè che tale disturbo sia riferito ad uno specifico dominio di abilità in modo significativo, ma circoscritto, mentre rimane intatto il funzionamento intellettivo generale.
DSA – Quando si manifestano?
Solitamente, si tratta di difficoltà che si manifestano nel bambino fin dalle prime fasi del suo apprendimento, quando deve acquisire nuove abilità come la lettura, la scrittura ed il calcolo partendo da un assetto neuropsicologico che non favorisce l’apprendimento automatico di queste specifiche abilità. Tali difficoltà possono persistere in modo più o meno marcato attraverso l’adolescenza fino all’età adulta. L’evoluzione di tali Disturbi è favorita dalla precocità ed adeguatezza dell’intervento, oltre che dalle misure compensative prese nell’ambito del percorso scolastico per favorire l’apprendimento. La prevenzione in questi casi è fondamentale!
DSA – L’importanza della prevenzione
Soggetti ai quali i disturbi sono stati diagnosticati in ritardo o, addirittura, non hanno mai effettuato uno screening per la loro valutazione, infatti, presentano frequentemente storie di insuccesso nella scuola dell’obbligo che spesso finiscono per compromettere non solo la carriera scolastica, ma anche lo sviluppo della personalità e un adattamento sociale squilibrato (Stone e La Greca, 1990; Vogel, 1990; Biancardi, 1991; Masi et al., 1998; Stringer et al., 1999). Circa l’80% dei bambini con problemi di apprendimento presentano anche problematiche di tipo relazionale. Di solito, tali bambini sono meno benvoluti e più facilmente respinti rispetto agli altri compagni, presentano minore adattamento sociale ed emotivo, maggiore ansia, ritiro in se stessi, depressione e bassa autostima (Searcy, 1988; Wong, 1996).
DSA – Tipologie
I Disturbi dell’Apprendimento riconosciuti come tali sono:
- Dislessia: si manifesta attraverso una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura
- Disortografia: è caratterizzata dalla difficoltà nei processi linguistici di transcodifica
- Disgrafia: si evidenzia una difficoltà nella realizzazione grafica
- Discalculia: si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri
DSA – Diagnosi e trattamento
Per la diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento il principale criterio da prendere in considerazione è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico interessato (lettura, ortografia, grafia, numero, procedure esecutive del numero e calcolo) e l’intelligenza generale. Si affianca a questo la necessità di escludere la presenza di disturbi sensoriali o neurologici gravi e di disturbi significativi della sfera emotiva, ma anche di situazioni ambientali di svantaggio socio-culturale che possono interferire con un’adeguata istruzione.
Riguardo al trattamento dei DSA due sono le questioni più importanti da tenere in considerazione: lo scopo di un trattamento nei casi di DSA e l’individuazione dei metodi migliori per conseguire una significativa modificazione dell’evoluzione naturale del disturbo. In relazione al primo aspetto è opportuno tenere presente ancora una volta la natura di tali disturbi che non sono di per sé “guaribili”, in quanto dipendono da fattori congeniti non modificabili, ma che tuttavia, nella maggior parte dei casi e in misura dipendente dalla gravità del deficit, si riducono con adeguati interventi abilitativi e corrette procedure educative. Ciò significa che nel bambino con DSA non dobbiamo aspettarci (e quindi crearci delle false aspettative), anche intervenendo, l’improvvisa scomparsa della difficoltà, ma un lento e progressivo percorso di miglioramento che, in molti casi, come già detto, non porta alla remissione totale del disturbo. Questo aspetto non deve però scoraggiare né portare ad intervenire perché si rischia di compromettere anche la parte relazionale/sociale del bambino.
In considerazione di questo, lo scopo di un trattamento rivolto ad un bambino con DSA include diversi aspetti importanti quali:
- favorire la migliore evoluzione delle competenze in esame, nonostante la presenza di uno specifico deficit
- fornire strumenti e strategie per poter apprendere attraverso “strade alternative a quella deficitaria”
- “gestire” nel modo migliore la situazione di difficoltà
- evitare che si sviluppino altre forme di disagio/marginalità
In questo senso il trattamento non dovrebbe limitarsi a proporre tecniche specifiche che riducano il deficit, ma affiancare anche una serie di misure compensative per poter avanzare comunque nel percorso di apprendimento (ad esempio l’uso della calcolatrice per i discalculici, che consente di eseguire operazioni aritmetiche per affrontare altri compiti come la risoluzione dei problemi, oppure l’utilizzo di un programma di videoscrittura al computer con correttore ortografico, quando il problema sia la disortografia). Diventa essenziale perciò, al fine di realizzare una riabilitazione che porti a dei buoni risultati, in primo luogo identificare in modo preciso l’obiettivo a cui si vuole mirare, in secondo luogo utilizzare tecniche e strumenti che possano disporre di dati affidabili sulla loro efficacia. Infine, cosa assolutamente non scontata, rivolgersi sempre a persone esperte (es. psicologi, logopedisti) e, soprattutto, abilitate alla gestione della valutazione, diagnosi e trattamento dei DSA e qualificate per gestire la situazione personale del bambino nella sua interezza.
Un’ultima riflessione va dedicata al lavoro con genitori e insegnanti per una comprensione corretta del problema e l’individuazione di atteggiamenti ed aspettative adeguati che costituisce, senza dubbio, il giusto completamento per un efficace intervento.
COSA PROPONE HUMANAMENTE:
L’importanza della prevenzione è stata più volte ricordata come fondamentale nel trattamento dei DSA. A tal fine, Humanamente propone la possibilità di effettuare uno Screening di valutazione attraverso l’utilizzo di una batteria di test (BVN 5-11) che consente un’analisi completa delle funzioni cognitive in bambini dai 5 agli 11 anni, con dati normativi ottenuti e validati sulla popolazione italiana. Attraverso lo screening è possibile identificare eventuali aspetti problematici da approfondire, eventualmente, con ulteriori prove successive. Le prove non sono assolutamente invasive per i bambini, ma si basano principalmente sulle abilità comuni come linguaggio, memoria, calcolo, ecc. attraverso l’utilizzo di schede e altro tipo di materiale idoneo per le fasce d’età comprese dal test (disegni, giochi, ecc.).
Inoltre, Humanamente ha al suo interno un Tutor DSA, la dott.ssa Tiziana D’Amico, preparata nel creare percorsi di miglioramento e sviluppo delle competenze dei bambini, tenendo conto sia della situazione personale e sia dei margini di miglioramento raggiungibili.
Per qualsiasi dubbio, chiarimento o informazione in merito, dunque, potete tranquillamente contattarci o venirci a trovare per aiutarvi a comprendere meglio la presenza o meno di un disturbo ed eventualmente fornirvi la soluzione più adeguata.
CONTATTI:
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BIBLIOGRAFIA:
-Biancardi A. (1991), “Disturbi di apprendimento nell’età scolare e successivi esiti sociali”, in Bambino incompiuto, n.3, pp. 91-102
-Masi G., Brovedani P., Poli P. (1998), “School failure in early adolescence: the psychopatological risk” in Child Psychiatry and Human Development, vol.29 (2), pp. 127-140
-Searcy S. (1998), “Developing self-esteem”, in Academic Therapy, vol.23 (5), pp. 453-460
-Stone W.L., La Greca A. (1990), “The social status of children with learning disabilities: a reexamination”, in Journal of Learning Disabilities, 23, pp. 32-38
-Stringer S.J., Morton R.C., Bonikowski M.H. (1999), “Learning disabled students: using process writing to build autonomy and self-esteem”, in Journal of Instructional Psychology, vol.26 (3), pp. 196-200
-Vogel S.A. (1990), “Gender differences in intelligence, language, visual motor abilities and academic achievement in students with learning disabilities: a review of the literature”, in Journal of Learning Disabilities, 23, pp. 44-53
-Wong B. (1996), The ABCs of learning disabilities, Academic Press, San Diego, USA